Lucia Levrini CSArt
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Urbes
Riccardo Varini

"Passare tra edifici, piazze, architetture, bar, negozi, linee di fuga, con personaggi in ombra di cui non conosco la storia. Preferisco così... con questo mistero". Così Lucia Levrini gira fotografando le città. In effetti, al di là di ogni pretesa artistica "d'avanguardia", l'atteggiamento del suo fotografare è naturalmente fresco. Lascia la scenografia com'è, brutta o bella che sia. Il caos della città lo lascia al caos, senza ricerca compositiva, perché questo era. In questo tram-tram ne riprende un momento normale, non eccezionale, perché l'occhio il più delle volte vede questo caos poco artistico in cui Lucia si salva con una certa ironia. Si ha così, pur in un'immagine prettamente solo descrittiva, quella rappresentazione della scena, della città, in cui non vi è centro di interesse  ma un certo misterioso turbinio. Un rebus. Le persone in ombra, poco risaltate, fanno parte di questo "mistero". Le persone in controluce sul fondo delle scale, forse di una metropolitana, è l'immagine più significativa. In altre fotografie Lucia cerca di sbirciare di nascosto cercando qualche effetto compositivo più pulito me è in queste riprese  dove le persone sono prese in un momento di relax, in un bar, in una trattoria, che si completa il suo racconto. Un racconto non solo fatto di grattacieli in costruzione (non finiranno mai di costruirli) ma anche di angoli pieni di riflessi suggestivi e romantici. Come dire, la città offre anche questi ripari, al di là dei paesaggi bucolici. Offre persone curiose di vedersi, offre una piccola tavola sulla strada. E mai come oggi viene nella strada sempre di più. Se la ricerca di tinte particolari del bianco e nero è stata lasciata in secondo piano, di certo, come ripeto sempre, fotografare vuol dire (dal greco) scrivere con la luce e in questo caso Lucia penso sia riuscita a scrivere un bel racconto semplice, senza pretese concettuali od estetiche ma comunque fresco, diretto, schietto, reale ma non banale. Non è banalità lasciare le cose come stanno nel caos della città senza trasfigurarla con artifici fuori luogo e dare la dimensione del tempo in cui viviamo, al di là del luogo interessente o meno. Ne viene fuori una bella testimonianza di colui che viaggia fotografando amatorialmente ma con un atteggiamento di onestà e umiltà verso grandi scenografie che non rimarrà solo ne cassetto dei ricordi per gli amici ma sarà il ricordo di tutti.

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